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Il ragazzo e la natura
01:30
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Esponente
03:49
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-Esponente-
pompa il promo impicca il crono provo (ah-ah)
old come un nastro al cromo muovo me sul suono
doppio metabolismo nuovo funambolismo mono
maniaco del vocabolo carambolo e detono
da tono a tono policromie idiosincrasie rimuovo
ignoti gli idiomi che miglioro dal sottosuolo in acrobazia canoro
peripezia di un uomo
periferia straccia profezia
dalla retrovia avaria contromano al senso buono
su frequenze perché di frequente trovo
ritmi con il midi che ti tiro fuori da 'sto cono
se ti chiedo OH tu fammi il coro
ciak per me più che per il moro, moro
track al volo più di Rafa al Foro
flow dell’Orinoco filo logico idroponico
controvento al Tropico esponente fonico
serio oppure comico stereo dentro un monitor
come con Spral fenomenal per ogni concetto che ricorico
cento che mi cosano cosmico
costi quel che costi mò
capito a proposito poliritmico o composito
con il quorum sul tuo forum alto più del Karakorum
fuori dal tuo coro suono per l'altrui decoro conio
stile nuovo con lo stile vecchio conio
come Royal Mehdi giù con Jimmy dentro Bolotov
mollalo lasciami il microfono
aggiustami il metronomo
FF missione solo
(Rit.)
aggiustami il metronomo se c'è un microfono
io libero al microfono sto
cannon cable linka bass treble
mic turntable fade in record
eh-oh è in stereo
fx dopo prima -check one two- vedo
flat credo meglio sveglio poesia in spia
sopra il drumset ergo
danzante come Jeff Beck meco
avanza un jack? passalo a Fed-O (grazie) (prego)/
sonoro il tappeto che dispiego
in db meno tre con un pre dritto in cielo
la faccio l'accendo la cedo se ce l'ho (passala!)
fiori fuori più che da pischelo
Giasone per il vello senza velo
intello nello stereo martello ma sincero
cosciente più di Zeno in questo mondo resto alieno
tu leccami la ... come disse quelo (daveru?!)
se l'unto che ti spremo in qualche modo dà rilievo
pad per il rap come lampade da genio frego
futurismo retro giù con Irhu e un alter ego
chiuso con Caruso faccio su uno stile nuevo
quello che mi devo e quello che ti devo è
zero se per te non è che zero il peso giusto
anche se un po’ dopo todo bueno e ben robusto
stendo due rime e con due rime t'imbusto
con il quorum sul tuo forum alto più del Karakorum
fuori dal tuo coro suono per l'altrui decoro conio
stile nuovo con lo stile vecchio conio
come Jimmy dentro Bolotov
Rit.
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3. |
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4. |
La Effe
03:53
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5. |
Nelle case*
03:28
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-Nelle Case-
le case sono cose che si guardano
quando i passanti passano
quando gli sguardi cascano
sui balconi all'angolo
dondolo sul ramo di quell'albero
anche solo pensandolo
mi domando ma
in tanti come fanno
se lo domandano?
per loro loro sanno
io rimango uguale tanto
non è detto dobbiamo andare tutti quanti uguale e intanto
stiamo andando
lascio questo tango ascensionale andare e calmo
salgo per le scale è caldo
tempesta in testa un temporale stanco
la toppa la chiave la vicina porta accanto
cibo per il gatto mentre qualcun altro
passa sferragliando con il tram sull'asfalto e sta rientrando
come la puntina porta spesso a spasso il braccio
così la mia vicina ogni mattina dà lo straccio quando esco
il bucato è profumato per il giorno che continua e resto
tra soffitta e cantina soggiorno cucina
io rilascio ogni tossina e la musica che gira
la meglio medicina
Rit.
Nelle case, con le luci sempre accese
la casa è un diritto, sospeso o in affitto
il pavimento mio per un altro è soffitto sento
odore di soffritto dalla tromba delle scale
domenicale ogni cosa si sa in certe case
ogni cosa una finestra che si apre
come vecchie foto sul comò di mia madre
nuove stanze nuove da rimemberare mentre
senza farlo parlo di altre case altre strade
appeso tra le foglie nel mio giallo caseggiato
soleggiato gusto 70 rosso sparato
messo come non so dirti
pull collo a V ed il cielo blu su a coprirci
qui basta poco per capirci aprirci
ad una città che c’ha i suoi capricci
sogni ancora spicci sotto i primi grigi a Parigi
le antenne sono Ardenne cittadine
su dalle cantine fin oltreconfine traccio linee
oltre le cortine di cartine
il pieno con il nero e con il ferro nelle mire
l'inverno muore sulle gonne delle signorine
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6. |
Jean Reno
04:55
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-Jean Reno-
(FF)
cappello sulle ventitré bavero dritto
fumo fino al filtro fuori è buio fitto
un taxi e schizzo appuntamento al Pincio
tutto liscio striscio ricomincio
sento il botto boom sincronizzo
l’orologio il meccanismo al pizzo
necrologio domani tiro dritto
parlava troppo spesso e adesso starà zitto
per l’affitto carte false e un nome greco
sotto le mie suole marmo bianco e sopra il cielo
nell’androne un telo teso un velo sceso
c’è mancato un pelo ancora un po’ e ci rimango steso
la portiera si racconta non ha visto
fischiano i transistors io sparisco
in casa polvere diamanti qualche disco
mistero fitto due ff come timbro
basta un momento si tenta l’attimo
dall’antro della città all’alto di quest’attico
tempo c’è check fatto piè di lista
tieniti il malloppo il sacco è troppo in vista
in testa pesta sempre più di un fatto
non ho dormito un cazzo
sto come uno straccio
all’addiaccio con i lupi più che a gubbio
gira voce al gabbio per loro non c’è dubbio
(O.P.)
Cerchi svago? Non è il caso, io ti porto al top
sulla base boss, come Pesci Joe
De Niro, Borsalino, flow
come Ali, boumaye! matalo! la vuoi più retrò?
Thenardier, Victor Hugo
prima cosa: Chi mangiare? - mi domando però
non lo faccio per fame o per fare il criminale
sono serio, il più letale dell'emisfero boreale
guanti in pelle, finto sorriso giamaicano
lago di Como, sembro un sub-sahariano
ma t'aspetto su quel ramo dove hai fatto alcova
tette su un divano guardano ormeggiarti il Riva
sento solo puf-puf, dopo qualche grida
ma il cuore è in frigo a casa mentre il piede in autostrada guida
mentalità fredda, polare ai tropici
tonno fresco, alta cucina, tutti politici
tu dici: Parte la base!
io dico il primo giro parte vodka, il secondo una strage
pace ad Hannibal Lecter e alla S.P.E.C.T.R.E.
licenza di uccidere 007
killer invisibile, fantasma, sicario
non hai visto niente e in due secondi un puttanaio
ninja sopra il lucernario, calice amaro
grosso guaio per il commissario
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7. |
1994°
01:27
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8. |
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9. |
FFSS**
03:28
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-FFSS-
senti il tanfo del metallo come aleggia quando viaggia
già tra le valigie è in carrozza che svolazza
avanza nel vagone a mezzogiorno solleone
come dove l'afa fa ore ed ore
affonda e smonta un anaconda striscia
sui sedili in seconda
il treno sguscia sbuffa bofonchia
la ganascia gratta lo scambio dà la svolta
la gnura col ventaglio la figlia va in bagno
gonna che si s'impiglia in ogni sguardo passando
anch'io la guardo
troppo caldo
come non bastasse non pensarci manco
sogno Scilla acqua fresca e sensimillia
l'estate è una conchiglia
scioglie la mia briglia
è un telefono che squilla ma
nessuno qua è pronto
rovescio questo conto
verso ciò che mi ricordo e sono cotto
non so manco dove siamo e dove andiamo
ci stiamo andando piano troppo piano
il cammino al finestrino dice grano
il campo giallo prevedo già un aratro
il sole è il sale della terra lungo il solco
germinano cose in testa le raccolgo
sporco al taccuino porgo un promemoria
ricordati di me di tutta questa storia
che ne sai della nostra ferrovia
galassia di galanteria al pronti via
sulla via come in galleria c’è magia
in galleria come sulla via quest’è follia
tra i tanti viandanti gitani o gitanti siamo
volti passanti a trovare parenti
in un viaggio di accenti in più scompartimenti
favorisci ai presenti senza tanti complimenti
addenti quel panino ma ti penti
t’addentri la teglia farcita dalla veglia
la sfoglia bella calda il treno che sferraglia
come una mitraglia in testa è un parapiglia
col primo mezza paglia e sei in famiglia
dalla bottiglia vino l’ha fatto mio cugino
piglia giusto un bicchierino
caffè ce n’è un goccino
sorrido fido guardo fuori al finestrino e filo
lungolinea sulla schiena alla deriva una lunga luna schiva
stila gocce di pensiero in questo cielo
pensar di me com’ero nel mio viaggio sul quel treno
mi alzo e mi risiedo fumo e mi rivedo
tra chi scende e chi arriva
chi se ne va in sordina fino in prima
il biglietto non concilia
chi “si stava meglio prima” chi “facessi’ ‘na rapina”
tutti nella stessa stiva nella calura estiva
la voglia è clandestina giusta fino al capolinea
siamo in galleria e il telefono non piglia
signorina…siamo in galleria e il telefono non piglia no…
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10. |
Mr. Eros
02:18
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-Mr. Eros-
chi ne ha poi non ne aspetti e che aspetti
lo batti ti sbatti
lo fotti lo perdi
senza fretta
lui passa un po’ per tutti
lascia segni esatti cicatrici e crucci tu
non gli sfuggi tiranno non dà scampo
in tanti già lo sanno e ti diranno come stanno
distratti distrutti distanti disgiunti
flashback ed istanti cristallizzano i congiunti
come replicanti con i guanti sopra i quarti
quelli che ho già perso penso non ne cedo ad altri
quelli che hai già preso pensi poi non ti riguardi
quello che ti chiedo è solo farti quattro salti e party
non ce n'ho in eterno e non ne spreco
lo spremo fino all'estremo in effetto pieno
un sec a farne un secolo e sapendolo lo chiedo
riempio quello morto con la vita che riprendo al top
è non stop è non stop è non stop quando lo riprendo al top
non basta mai se stai facendo
per quanto puoi darci dentro
puoi non starci dentro
puoi darlo senza averlo e
a distanza poi di quello non riaverlo
e tutto questo non è bello e non ha certo senso no
cambio come cambia quello
al sole con l'ombrello
tu porgi l’altra guancia ma non sono tuo fratello
lasciagli la mancia se ti sta porta il cappello
io raccolgo l'attimo e lo spello
se poi tu vuoi saperlo
sono fuori già da quello
non canto il ritornello
saluto lillo e nello
una è per marcello
due per sto macello
senza cavi o chiavi ti scavalco anche il cancello mò
ti squillo al campanello come a copanello fresco
a mulinello pesco supermellow
in senso pieno o lato
ho quello di un commiato
di un pezzo strampalato e
lascio quel che t’ho rubato
se m’hai sgamato è palesato
il tempo vola
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11. |
Sciamano
03:22
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-Sciamano-
il deserto è bauxite
carne dalle viscere stecchite
come ferro e nichel oltre Psiche
dove pirite fa si che
le porte siano aperte sulle poche stelle amiche
il cielo è in alto intanto guarda e ride
piovono pepite dalle cime inaridite
la percezione c’è ma non si dice
trapassa l'iride scenario al limite
il tempo benedice storie cicliche dà forze mitiche
il vento porta spore e voci antiche
attività intorno al meteorite tra le pire
nelle tende la mia gente finalmente vive nuove vite
come il sole può sparire e poi ritornare mite
su pianure e poi salite
sete che ti uccide
buio che s’incide le piogge inacidite
la carovana che decide il passo sulla steppa
lascia la stessa traccia la stessa breccia
notte che s'intreccia col mattino
la via rimane aperta fino a Rhino
da Tucson ad El paso
tempo del declino d’Eldorado nel degrado
dell’arcano rimane poco come un eco lontano
un ricordo vago di un racconto strano
ascolto i segni sopra il volto di un ragazzo indiano
lo sciamano tocca il lago e lui s’increspa
patchamama chiama e canta tutta la foresta e fa
ci sono sensi che mi vogliono illudere
sono solo un uomo in volo nella moltitudine
la mia solitudine mi spinge molto oltre il limite
pachamama sa che io posso sentire che…
la frase è arma laser psycofaser
magma geyser più contatori geyger
hellraiser sulle strade cataratte di catrame
lontane le auto uno sciame che non smette di ronzare
zanzare sullo stagno delle rane
pace pluviale lungo il corso fluviale
giù nel fitto equatoriale il tragitto è verde rame
l'erba si fa nebbia tra le liane fuori dalle tane
fame fascia l'animale quando la bruma tocca terra
la duma si raduna e fuma con il tam tam della selva
sarà l'effetto serra la radura è sgombra
il fumo allunga l'ombra prima che la notte fonda
la belva s'alza e danza giù nel fitto della giungla
la voce di Minerva rimbomba sulla tundra
patchamama urla la luna può tradurla
la volta resta curva e la strada resta lunga
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12. |
Opposti
03:20
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-Opposti-
come ghibli sui capelli e tra i tuoi libri
dà brividi ibridi vibra di sussurri timidi
piaceri e paure per piacere adesso vivimi
tu sei solo sola ed io non so cosa non dire
dai liberami
potrei ordire nuove trame da infittire
ardire un altro bacio per finire all’imbrunire
la tua gonna a fiori quanto la vorrei aprire
e invece taccio giro tabacco
t’abbraccio tra le cime
è dicembre e pare maggio trito le mie rime
morbida una camel due cartine
le reazioni son già prive
di quel dolce non so che che so come fare sparire
come il rossetto dal cassetto non te l’ho detto
le tre e mezzo e il letto è freddo
indegno di me e te come comete spinti verso nuove mete
è il cielo che divide ciò che lancia in alte sfere
sfascia la mia quiete il tuo sapere ho sete di te in queste sere e
lei ci prova sì ma non compete
io e te siamo anime incomplete
conviene perdersi di vista e lasciarsi bene
perché questo è un imprevisto anche se sa di miele
potrei telefonarti come dicono alla tele
angeli e catene e poi lo sai cosa succede
la sincerità che ci precede non ci vede e si eccede
non facciamo fede senza rete è una via a senso unico
meglio non prender piede
aperto il vento a queste vele non sappiamo
più che ci compete qua non si compete tra me e te
non ci si vede e ancora una volta anche questa volta mi sta bene
era destino d’incontrarsi darci stralci di bilanci falsi calci al cuore
amarci e poi chiamarci tu sai come
vederci di nascosto in parallelo verso il sole andando altrove
una 127 due persone l’orizzonte non ci vuole quest’è la mia versione
stanza 5-0-9 sveglia poi la colazione tu sei l’eccezione io non faccio collezione
il condizionale è la condizione la sincope mi prende le parole
macina le sillabe per farne storie nuove stanotte è la mia notte
e la tua dote e tu sei la mia cosa e tu sei cosa mia
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13. |
Dopo la tempesta
03:17
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StrettoBlaster London, UK
strettoblaster.com
beats, pieces, wrong ideas
Digging into subcultures.
Est. 1993.
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